La spada nella roccia

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  1. denny62
     
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    In provincia di Siena sorge un luogo magico, perché legato ai miti e alle leggende medievali; un luogo fuori dal tempo. Si tratta dell’Abbazia di San Galgano. Per conoscerne le origini dobbiamo risalire a ritroso nel tempo fino al XII secolo d.C. Infatti, la storia dell’abbazia è strettamente connessa a quella di un cavaliere, Galgano Guidotti di Chiusdino, che proprio qui affondò per sempre la sua spada, almeno secondo la leggenda. Questo fu il suo voto, la sua promessa al Signore: non avrebbe mai più sollevato l’arma contro nessuno; avrebbe trascorso la sua vita come un eremita, immerso nella preghiera e nell’umiltà più assoluta. Presto, sarebbe stato raggiunto da un gruppo di fedeli che in breve tempo lo seguirono e che in seguito l’avrebbero venerato come un santo.

    Correva l’anno 1180. Galgano Guidotti, stanco della guerra, giunse sulle pendici di Montesiepi. Qui, ebbe una visione: gli apparve l’Arcangelo San Michele che gli parlò con parole soavi, di pace e carità. A quanto pare, non era la prima volta che viveva un’esperienza mistica: in precedenza aveva già fatto sogni di simile natura. Egli fermò il suo cavallo bianco, scese a terra e pensò alla sua vita. Fu in quel momento che decise di rinunciare a tutto per diventare un eremita. Prese la sua spada, che mai più avrebbe usato contro anima viva, e la piantò in una roccia che sorgeva su una collina. L’elsa disposta in quel modo gli apparve subito a guisa di croce, così s’inginocchiò e iniziò a pregare.
    Questa è la leggenda che narrarono i suoi fedeli discepoli quando, dopo la sua morte, nel 1185, giunsero lì sul posto i rappresentati della Chiesa romana, disposti a iniziare il processo di canonizzazione. Per il resto, ci rimangono storie e resoconti orali, sopravvissuti a fatica fino ai giorni nostri. Notiamo un particolare che potrebbe anche essere importante: la spada nella roccia di San Galgano è precedente a quella di cui si narra nel ciclo bretone, l’Excalibur, la quale compare per la prima volta nelle opere di Robert de Baron solo alcuni anni più tardi. Egli quindi, per logica, potrebbe essersi ispirato proprio alla storia del cavaliere di Chiusdino. Tant’è che il nome di quest’ultimo, Galgano, ricorda molto quello del cavaliere della tavola rotonda Sir Gawain, detto anche Galvano. Sarà un caso? Alcuni studiosi non credono nel caso, e nel cavaliere toscano vogliono proprio vederci l’ispiratore del personaggio arturiano. Fu davvero la storia di San Galgano a ispirare i racconti del ciclo bretone risalenti al XII secolo?
    Fino agli anni ’20 del Novecento la spada era inserita in una fessura praticata nella roccia ed era possibile estrarla. Nel 1924, durante i lavori di restauro, venne rimossa la grata che la proteggeva e si decise di saldarla alla pietra con del piombo fuso. In seguito, negli anni ’60, un “vandalo” la ruppe nel tentativo di estrarla. Evidentemente, non era destinato a regnare, così come chi cercò nuovamente di estrarla nel 1991. La spada è attualmente protetta da uno spesso strato di cristallo. In questi ultimi anni è stata sottoposta a degli esami nell’ambito di uno studio promosso dal prof. Luigi Garlaschelli dell’Università di Pavia, il quale ha confermato l’autenticità della reliquia e la sua appartenenza storica al XII secolo d.C. Lo studioso inoltre, già nel 2001, annunciava il suo desiderio di voler scavare sotto di essa per trovare il corpo del santo. I rilevamenti non invasivi effettuati con il georadar avevano infatti evidenziato la presenza di una nicchia di circa 183 centimetri per 91, capace di contenere le spoglie del cavaliere. Tuttavia, gli scavi non hanno mai avuto inizio perché le ricerche archivistiche effettuate dal professor Conti di Chiusdino hanno riportato alla luce delle antiche carte da cui si evince la presenza, nello stesso punto, di un’altra sepoltura, già indagata nel 1694. Una sepoltura che nulla avrebbe a che vedere con il nostro Galgano. Ma gli studiosi non si arrendono e sperano un giorno di ritrovare comunque il sarcofago del cavaliere, superando non pochi ostacoli, come l’apparente e ingiustificato disinteresse della parrocchia di Siena.
    C’è chi pensa che Galgano sia solo un simbolo, un personaggio di fantasia, proprio come re Artù, anche perché si dice che morì proprio a 33 anni, come Gesù Cristo. Ricordiamo che 33 sono anche i gradi massonici.
    Eppure la spada nella roccia è realmente esistente, così come la chiesetta di pianta circolare che la protegge e l’abbazia, costruite subito dopo la morte del santo per venerarlo e ricordarne la vita. E nella chiesa di San Michele a Chiusdino esiste anche una reliquia, un cranio che la tradizione locale identifica proprio con quello del santo. Purtroppo, non è stato ancora concesso agli studiosi di effettuare le analisi sul reperto, per verificarne l’autenticità.
    Quella di San Galgano non è l’unica spada nella roccia che conosciamo. Ve n’è un’altra a Rocamadour, in Francia, confitta quasi in verticale sulla parete di un santuario

    Fonte:sangalgano


    Posto meraviglioso e pieno di vero fascino vi consiglio di andare a visitarlo.
     
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  2. cristina1971
     
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    Bellissimo...
    c'è un messaggio ricevuto da un medium che parla proprio della spada nella roccia..
    "le storie di quei tempi, esistono nella vostra realtà per una ragione.
    il ragazzo che diventa RE senza alcuna discendenza alle spalle, parla del diritto di rivendicare il potere che ognuno di voi detiene.
    Re Artu' creo' l'idea del paradiso in terra sotto il nome di Camelot.La Tavola Rotonda rappresentava invece il concetto che nessuno dovesse comandare ed esprimere chiaramente i principi che vi abbiamo offerto per vivere nelle alte vibrazioni del nuovo pianeta terra.
    La speranza rappresentata da Excalibur vive tutt'oggi. E' la stessa spada che vedete anche attraverso la vostra interpretazione di colui che chiamate Michele.
    E' la spada della Verità e il suo compito è di ricordarvi sempre che il vostro potere risiede saldamente in cio' che comprendete nel vostro cuore. Restate saldi nella vostra verità e sarete nel vostro potere.
    All'epoca di Camelot, solo il ragazzo puro di cuore, fu in grado di estrarre la spada nella roccia.L'integrita' del ragazzo Artu' era una rappresentazione della verità come la si conosce interiormente.
    Trovare quella verità e avere il coraggio di seguirla è cio' che rende piu' forte la connessione.
    Trovate la vostra spada e abbiatene cura. "
     
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  3. denny62
     
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    Bello, non conoscevo questo messaggio, grazie per averlo pstato.
    L'idea che si possa fare un paragone tra excalibur e la spada di Michele, mi piace molto, xchè la storia di Re Artù è la mia preferita :D
     
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2 replies since 22/2/2011, 16:36   87 views
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